XXIV Rassegna di Musica Corale 10/24 Maggio 2014

Sabato 10 Maggio alle ore 21 presso il Museo Civico S.Francesco di Nocera Umbra si terrà il primo concerto della XXIII Rassegna di musica Corale, che vedrà protagonisti il Coro Polifonico Farnesiano di Piacenza diretto dal M° Mario Pigazzi  ed il Gruppo vocale Kantor di Roma diretto Locandina2014dal M° Daniele Cacciani.

A seguire  sabato 24 Maggio  presso la Cattedrale di Nocera Umbra si terrà il secondo concerto della XXIII Rassegna di musica Corale, che vedrà protagonisti la Corale S.Cecilia di Nocera Umbra ed il Coro Laeti Cantores di Roma Entrambi diretti dal maestro Angelo Gubbini. A questo concerto si avrà una replica Domenica 25 Maggio presso  la basilica di S.Francesco e  e domenica 1 Giugno presso la Basilica dei SS.Apostoli – Roma per la XV rassegna  Primavera in coro.

Per questo secondo concerto vi riportiamo la presentazione del M°A.Gubbini:

Per festeggiare la particolare coincidenza dei 25 anni trascorsi con il coro nocerino e dei 15 anni con il coro romano ho pensat o di ri-editare un lavoro comune che riscosse particolari consensi da parte del pubblico nel 2007 : il progetto sulle musiche di Urmas Sisask”. “Quando c’è un’emergenza, gli Estoni cantano”, recita un detto di quei luoghi, e proprio in Estonia vive e lavora Urmas Sisask, nato a Rapla il 9 settembre 1960, che al momento del Diploma in composizione con René Eespere nel 1985 a Tallin aveva già al suo attivo alcune importanti pubblicazioni. Autore stilisticamente eclettico, ama permeare la sua musica di significati simbolici, ma è soprattut to la sua grande passione per l’astronomia ad indirizzare la sua arte compositiva verso un continuo parallelismo tra il movimento degli astri (armonia cosmica) e quello delle note (armonia musicale): egli stesso s i definisce un «astromusicista». Basandosi sulle traiettorie dei pianeti del sistema solare, ha creato una “scala planetaria”, un modo costituito dalle note do# re# fa# sol# e la, che coincide esattamente con il modo Kumayoshi della musica tradizionale giapponese. Su questa scala Sisask compose gran parte del “Gloria Patri“, formato da 24 canti sacri adatti a molte circostanze: alcuni sono pensati per la sala da concerto, altri sono più “raccolti” in una dimensione che potremmo ritrovare in una piccola chiesa di campagna; altri ancora sono adatti alla s emplice ed intima preghiera domestica. In questo, Sisask segue la mig liore tradizione della Gebrauchsmusik1del Ventesimo secolo di Hindemith e Orff. Da questa raccolta abbiamo estratto lo Stabat Mater e l’ Oremus, quest’ ultimo in particolare è il ventitreesimo dei canto del “Gloria Patri” ed è una preghiera intensa tutta particolare, consistent e in un lungo“ bocca chiusa” inframmezzato da una sezione caratterizzata dalla ricerca dei  1-Gebrauchsmusik (musica d’uso), musica con un preciso proposito politico e/o sociale, e spesso dedicata agli amatori. suoni armonici :la vera preghiera del cuore non ha bisogno di parole, sembra dire Sisask, e giunge alla meta non filtrata da significati particolari che non siano la sua stessa spiritualità. Le voci si muovono sulla scala di cinque suoni, passando da una nota all’altra con un ordine apparentemente casuale (ricordano proprio il brillare degli astri …): l’effetto è quasi ipnotico ma intimamente coinvolgente. Tutto il concerto è incentrato sulla espressione pi ù profonda del suono (il suono della parola, il suono della singola sillaba ed il suono che in se stesso è già significante): in questa prospettiva a nche gli altri due mottetti Stabat Mater e Seisab valurikas Ema , formalmente più aderenti ad una tradizione consolidata, acquistano un significato ancora nuovo erisultano sorprendentemente coinvolgenti. Cuore del concerto è la Messa Estone ( Eesti Missa ). L’idea di scriverla gli fu suggerita da Ene Uleoja che chiese al compositore di creare un opera adatta ad essere cantata per un festival all’aperto. L’occasione fu il 22° “Estonian Song Festival” (1993) e la Messa venne cantata da una grande massa formata da circa 30.000 coristi, rappresentando il momento culminante e più emozionante dell’intera manifestazione. Sisask considera la Messa come un “grande mistero” che aiuta gli esseri umani a comunicare co n la “realtà superiore”: è da questa che il compositore riceve l’ispirazione per creare. Ma il mistero e l’osservazione di una “realtà super iore” sono anche le basi dell’astrofilia. Egli trova molto eccitante ammirare il mondo delle stelle e trova naturale trarre dal movimento universale l’energia per trasformare l’ispirazione in “suoni udibili.